martedì 7 giugno 2016

Habemus Biscottum!

Infornata fatta, tutto miracolosamente integro e non ho manco pregato! Il primo test di colori andato "nì": gli smalti che usavo prima li preferivo ma non mi scoraggio. Passare da sei colori a mille mila e riuscire ad azzeccare le combinazioni giuste è cosa da maestri e dal momento che io sono una persona terrena che sta facendo qualcosa che ama seguendo più il cuore che la testa, 
si prova, 
si riprova.
si riprova ancora.
Alla fine la strada si trova, basta non perdersi d'animo.

Domani altra sessione di pittura mentre si asciugano i pezzi nuovi: ho da pittare tanto di quel materiale che lavorerò fino a che non mi cascano gli occhi nelle ciotole del colore. Mi auguro innanzitutto che cadano entrambi nella stessa ciotola, poi che sia quella del viola, così mi escono gli occhi strani, meglio di quelli della Taylor, pace all'anima sua. Direi un bel 8-23 con pausa pappe, bisognini e rifornimento di collirio periodico. Scherzi a parte, mi sto divertendo sul serio tantissimo: la ceramica è un mondo senza fine, che ti tira fuori l'anima, te la strapazza e poi te la rende scolpita in una nuova forma. La sera sono esausta, e non è solo perchè ho scelto di non avvalermi di macchinari come l'impastatrice, che mi risparmierebbe tempo e fatica, ma proprio per quel scombussolarti tutto dentro mentre crei. Fare ceramica è catartico e dà dipendenza. Non vedo l'ora di capire il genere di riscontro che posso avere con quello che faccio, a livello qualitativo essenzialmente. Non è il vendere o il regalare quello che hanno composto le tue mani quanto la reazione che scatena nell'altro: l'arte, dalla più povera alla più elaborata, è espressione di sentimento; se in chi la guarda non genera nulla allora qualcosa non va, qualche canale di trasmissione è bloccato. Ho voglia di capire, di sentire, di respirare emozioni e ormai manca così poco...

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