giovedì 30 giugno 2016

Notte bianca a Castiglione delle Stiviere

Finchè il tempo regge (che pioggia ne è caduta a iosa!) si va a zonzo per mercatini, fiere, mostre e... notti bianche. Ebbeh, per una nottambula malcelata come la sottoscritta che andrebbe avanti a lavorare beatamente un altro paio d'ore senza battere ciglio (tenendo conto che è quasi l'una e mezza...) mancare ad una notte bianca sarbbe un delitto! In verità, udite udite!, le salto regolarmente e il motivo è banalissimo: parliamo di notte? E allora perchè tutto finisce alle 23? Non si potrebbe fare almeno sino alle 2? Negozi aperti, festa, musica, amici... no, nessuno mi accontenta! Sento già la cavalcata delle Valchirie sulla questione dei negozi aperti fino ad orari assurdi e sì, avete ragione, sono persone che hanno diritto di dormire e riposare come ce l'hanno coloro i quali si trovano a lavorare di domenica e durante le feste però... non c'è una dipendente che non ha di meglio da fare che tenere le luci accese e la porta aperta? Che, scherzi a parte, per esperienza diretta, quello che non si vende quando stai per chiudere e tutto si spegne non ha paragoni con tutto il resto della giornata... ma siete liberi di massacrarmi lo stesso: sogno l'apertura notturna di qualsiasi cosa, sono colpevole!

Ad ogni modo, dopo il consueto sproloquio, torniamo seri e veniamo al dunque.
Qualcuno in zona Castiglione delle Stiviere (MN) sabato? No? E allora veniteci, anche se state ad Enna e dovete prendere sette aerei e quattro pullman per arrivare! Il 2 luglio, dalle 18.30 alle 24 (neanche qui vogliono farlo sino a tardi!) la città si anima per la Notte Bianca!


Si guardano le stelle, ci si scambia un po' di anima con il Bookcrossing, si ascolta buona musica ma soprattutto si tifa Italia! Ah no, volevo dire, ci sono io... che tifo Italia! Saremo in tanti davvero, sparsi per le vie di Castiglione e, seriamente, ne vale la pena. Se passate, fatevi riconoscere!

lunedì 20 giugno 2016

Alpha Particle collection

E mentre il corriere sta correndo altrove tranne che nei dintorni del mio laboratorio (è lunedì, sono sufficientemente armata di pazienza, ovvia!) e sono bloccata a casa perchè altrimenti non sento il campanello, mi prendo "due minuti" per annunciare che ho deciso di sviluppare la "Alpha Particle collection". Che cos'è? Domanda lecita a cui rispondo subito. 
L'absinthe - E.Degas

Avete presente quel momento in cui guardate il materiale con cui vi esprimete e c'è il vuoto completo? A me capita spesso, specie quando sono in fase di elaborazione di uno scritto: la pagina vuota e io davanti al pc che imploro il bianco del foglio di suggerirmi qualcosa. E quello tace, malefico fino all'osso. Poi quando sto per gettare la spugna, puff! L'azzardo di muovere le mani per fare qualcosa che non ho nemmeno ben chiaro in testa ma che si organizza a poco a poco mentre procedo, una creazione tanto caruccia a guardarla ma che puzza un po' di inconclusione, perchè sono partita senza una direzione e probabilmente finirò nello stesso modo. Invece vado avanti, mi esalto (o esco da me stessa, come se mi fossi fatta un goccetto di assenzio davanti a Degas) e si crea l'opera, praticamente da sola. Di solito la prima frase che mi balena in testa è Che cavolo è? e la seconda, dopo aver individuato almeno una mezza dozzina di significati manco fosse una delle macchie di Rorschach, Sul serio l'ho fatto io?, sempre per il suddetto azzardo sconsiderato alle origini della creazione. Un giorno avevo una lastra di argilla vuota, l'ultima di tante di una giornata densissima, in cui pensavo di aver dato tutto e il suo contrario fino a quel momento. Era tardi, la testa era annebbiatissima e stanca, bramavo un po' di riposo ma la lastra, bella liscia, fatta a perfezione, mi guardava come l'ultimo dei figli che desidera un po' di considerazione al pari degli altri. Mi son detta Massì, come viene, viene. Tanto poi vado a dormire di faccia sulle piastrelle della doccia e ho cominciato a lavorare l'argilla per piccoli frammenti, delle particelle per l'appunto, letteralmente a briglia sciolta che la ragione s'era già messa a riposo. Questa è quella lastra, senza lucidità né schemi, che ha dato inizio a tutto...


Quadro in ceramica fatto a mano
Così è nata la Alpha Particle, una collezione "libera", "schiettamente essenziale", che sta trovando spazio un po' alla volta in realizzazioni che non avrei mai immaginato. Lo prendo come un primo passo serio di cedere un po' alla volta al parto senza freni dell'inventiva, rischiando la critica che ogni novità necessariamente porta e che tuttavia non mi pesa affatto. Nella società delle maschere, mai come ora coriacee e fuse alla reale indole umana, mi butto senza rete...

sabato 11 giugno 2016

Si parte per Cartigliano - 11/12 giugno 2016

Non siete ancora andati a nanna vero? Insomma è venerdì, si esce, si sta in compagnia, si guarda un film dal pc... si sta al pc e ci si collega a questo blog... (fatelo, è terapeutico) o nel mio caso si è appena finito di rimirare il cielo domandandosi se domani piove, non piove, fa umido, se c'è il sole. Il fatto è che esporre sotto il diluvio, anche se hai il più bel gazebo del mondo, quando non puoi schermare i tre lati con i pannelli e, peggio ancora, sei in mezzo ad un parco (vedasi la questione "pantano"), non è il massimo della gioia. Da almeno dieci giorni ho anche le dita dei piedi incrociati perchè sia concesso, se non il sole, almeno l'assenza di pioggia: è giugno e mezza Europa è in ammollo nell'acqua, quassù al Nord non fa certo eccezione, o meglio, l'ha fatta oggi che faeva davvero caldo alla faccia delle previsioni che mettevano pioggia. Un po' di sole, tante nuvole, quel tipico colorito grigio "arriva la bomba (d'acqua)" nei dintorni del Pedemonte ma tutto sommato è stato accettabile. Domani forse ci si salva ma domenica credo che ci pigieremo tutti nell'angolino libero della barchessa talmente stretti che venderemo l'uno le cose dell'altro, poi con il ricavato si va a mangiare da Rive, che sta proprio lì dietro e tutti a casa felici... con le opere altrui impacchettate nel caos acquoso generale. 
Bene, a questo punto qualcuno potrebbe giustamente dire Ninì, ma dove dovrebbe succedere 'sta catastrofe?. Eh, giustamente non l'ho detto (suspence signori, suspence!): se volete venire a consolarci del tempo potete inserire nel navigatore la località Cartigliano, in provincia di Vicenza. Saremo nella bella Villa Morosini Cappello con l'evento 


Ci sarà modo di accontentare tutti: musica, angolo bimbi, il suddetto mercatino e ovviamente i protagonsti della manifestazione, i Food Truck, dall'Italia e dal mondo. Affiancano l'evento una selezione di birre e vini che è possibile degustare con le specialità culinarie presenti. Se non siete mai stati a Villa Cappello, venite: ne vale la pena...
... e passate anche a trovarmi!

martedì 7 giugno 2016

Habemus Biscottum!

Infornata fatta, tutto miracolosamente integro e non ho manco pregato! Il primo test di colori andato "nì": gli smalti che usavo prima li preferivo ma non mi scoraggio. Passare da sei colori a mille mila e riuscire ad azzeccare le combinazioni giuste è cosa da maestri e dal momento che io sono una persona terrena che sta facendo qualcosa che ama seguendo più il cuore che la testa, 
si prova, 
si riprova.
si riprova ancora.
Alla fine la strada si trova, basta non perdersi d'animo.

Domani altra sessione di pittura mentre si asciugano i pezzi nuovi: ho da pittare tanto di quel materiale che lavorerò fino a che non mi cascano gli occhi nelle ciotole del colore. Mi auguro innanzitutto che cadano entrambi nella stessa ciotola, poi che sia quella del viola, così mi escono gli occhi strani, meglio di quelli della Taylor, pace all'anima sua. Direi un bel 8-23 con pausa pappe, bisognini e rifornimento di collirio periodico. Scherzi a parte, mi sto divertendo sul serio tantissimo: la ceramica è un mondo senza fine, che ti tira fuori l'anima, te la strapazza e poi te la rende scolpita in una nuova forma. La sera sono esausta, e non è solo perchè ho scelto di non avvalermi di macchinari come l'impastatrice, che mi risparmierebbe tempo e fatica, ma proprio per quel scombussolarti tutto dentro mentre crei. Fare ceramica è catartico e dà dipendenza. Non vedo l'ora di capire il genere di riscontro che posso avere con quello che faccio, a livello qualitativo essenzialmente. Non è il vendere o il regalare quello che hanno composto le tue mani quanto la reazione che scatena nell'altro: l'arte, dalla più povera alla più elaborata, è espressione di sentimento; se in chi la guarda non genera nulla allora qualcosa non va, qualche canale di trasmissione è bloccato. Ho voglia di capire, di sentire, di respirare emozioni e ormai manca così poco...