Nina

Sono tante cose che non sempre vanno d'accordo ma che hanno trovato una loro armonia in me senza pestarsi i piedi. Sono una laureata in Lettere che non ama le mail, un'archivista allergica alla polvere dei libri vecchi, una ex giornalista che legge più quotidiani oggi di quando ci lavorava, una che ai fornelli si arrangia ma che preferisce mangiare piuttosto che cucinare e una creativa autodidatta che ha aperto un finestra sul suo mondo per mostrare i suoi lavori su suggerimento di una carissima collaboratrice che mi affianca in quest'avventura come "fotografa ufficiale". Una un po' folle e un po' Gandalf, irrimedibilmente affogata nella fantasia e ben decisa a non venirne fuori (anche perché si sta un gran bene qui dentro!).

Si dice che le migliori idee nascano dal caso, dall'estro di un momento. Il mio "momento" risale ai tempi delle scuole, quando ho iniziato a creare di tutto con quello che trovavo in giro. Mamma aveva un cassetto pieno di collane (ce l'ha ancora) e spesso qualcuna perdeva la chiusura o si slegava il filo che le teneva insieme. Per lei era un dispiacere, per me era pura goduria per sfogare la voglia di sperimentare.
Ma non è solo questo. Sono sempre stata attratta dall'handmade, ho disseminato casa di cose che ho fatto con le mie mani e qualcuna ancora sta lì, come fosse un souvenir di qualche viaggio. Da bimbetta mi hanno insegnato a lavorare a maglia, poi m'è venuto il pallino di ricamare il corredo da sposa, come si faceva una volta: ho fatto solo un asciugamani ma è uscito un tripudio. C'è stato il tempo del liceo, dello "studio matto e disperatissimo", quello a cui erano costretti gli studenti del Classico, con le 8 ore sindacali di lavoro tra versioni, interpretazioni filosofiche e attimi di ansia per i compiti del giorno dopo. Quando ho ripreso ad aver un po' di tempo libero mi ha conquistata il decoupage e, da lì, la decorazione 3D delle tegole vecchie, un lavoro infinito, minuzioso ma che era pura esplosione di passione e soddisfazione una volta ultimato.
Credo di aver dato tutto quello che avevo da dare in quel periodo e ad un certo punto mi sono fermata. Forse avevo fatto tutto troppo velocemente e non avevo goduto del momento o forse dovevo semplicemente recuperare le energie. Ho finito l'università, mi sono specializzata, ho lavorato in altri settori eppure quando qualcosa lo porti dentro può restare assopito un po' ma poi torna e come un cerchio tra le mani mi sono trovata il mio punto di partenza: i bijoux.

Sono ripartita come un treno e non c'è giorno che non ringrazi il Destino di avermi stoppato perché ora sento che non mi fermerà più nessuno. L'energia delle pietre va ben oltre il lavorarle, ti entra dentro e si riflette fuori, ti si irradia attorno e, sembra fantascienza, ti carica a mille come potessi fare tutto quello che non sei riuscita a concludere prima. Ogni giorno è un gioco, una lezione, è concesso sbagliare e riprovare, rischiare senza pericolo se non quello di divertirti troppo. Non ci sono vincoli o barriere, spesso da un errore nascono dettagli che la mente da sola non concepirebbe. Sono quelli che io chiamo "Sbagli Speciali", piccole meraviglie a cui non avevi pensato ma che si rivelano solo a chi ha il coraggio di mettersi in gioco.
Tuttavia quel che sono non si ferma solo ai bijoux: si è creato un laboratorio a tutti gli effetti ormai, che spazia dalla stoffa alla corda alla pittura al vetro, e ogni cosa è fatta con amore e dedizione (e tanta tanta testardaggine). Chiunque può venire a sbirciare mentre sono china sul tavolo di lavoro o discuto con le pietre per metterci d'accordo su come sistemarle, perché loro parlano e si scelgono tra loro, o sperimento l'ultima frontiera del cucito litigando con la cruna dell'ago che non vuol saperne di stringere amicizia con il filo. In fondo questo è il mio rifugio e la porta è sempre aperta a chi vuole entrare e fermarsi con me per due chiacchiere. O a darmi una mano :)