domenica 24 gennaio 2016

Creatività è anche tacere

Mi capita spessissimo di paragonarmi ad una goccia che fora la roccia nel senso che, quando mi avvolge un'idea diventa un turbine, mi ci infilo dentro con tutto quanto e vado allo sfinimento finchè non c'è più nulla da sfruttare, in quel momento. Poi, col tempo, tornano nuove energie, nuove scoperte, si rispalanca un mondo da cui succhiare, nutrirsi.
Ecco, diciamo serenamente che negli arcinoti "due mesi di riorganizzazione mentale", mi sono tuffata nel disegno puro e semplice di forme innovative: non sto inventando l'orecchino che sta al lobo senza appoggi o ipotizzando metodi alternativi del taglio delle pietre. Sto "solo" disegnando come una furia qualsiasi cosa la mente mi consigli. Punto il foglio, prendo in mano la matita e per dove va la scia della grafite lo sa solo il mio inconscio. Io, come essere razionale, non ci sono in quei momenti ed è al limite del catartico talvolta. Sì, la produzione nuda e cruda ha rallentato, al momento sto lavorando solo su commissione, ma la creazione, nel concetto più essenziale del termine, ha preso una seria impennata. Per cui se le parole un po' mi mancano, se a volte sembro lontana o pare che sia sparita vi dico no, sono qui, esattamente dove sono sempre stata. C'è solo quella cara e amata semioscurità che mi scherma dal sole pieno che brucerebbe l'immaginazione che sto buttando fuori...

sabato 9 gennaio 2016

Gli incubi e le nuove idee

I mesi invernali, in particolare gennaio e febbraio, sono per buona parte dei creativi quelli in cui si plasma il lavoro dell'anno appena iniziato, quelli in cui si gettano le basi di una nuova fase inventiva. Nel mio caso, ma presumo sia così anche per molti altri, aiuta fare l'inventario di quel che si dispone in laboratorio o, detto in modo più terrestre, mettere in ordine il proprio luogo di lavoro dopo che è passato il tornado Feliz Navidad, perchè alla fine è sempre lui il culmine della follia che ci coglie in modo altalenante durante l'anno. Partecipi a mostre mercato, esposizioni, mercatini, ti occupi delle varie piattaforme, dei social network, controlli di avere una scorta costante per il packaging, zigzaghi per la rete per controllare le nuove opportunità, contattare fornitori, amici, affezionati (clienti sa di cloroformio ghiacciato) e poi via a razzo verso quel 25 dicembre di puro delirio (pure il Capodanno volendo, qualcuno scorda sempre un pensierino per una persona cara o vuole donare un ulteriore segno di affetto). Il fatto è che, al contrario di quel che accade quando sei dal lato di chi acquista, con la fine delle festività natalizie i saldi ti sembrano la pace dei sensi: non corri più tu, corre chi vuole accaparrarsi questo o quello. Ti ritrovi ad impacchettare con l'espressione ebete da post sbronza lavorativa, senza ansie di rispettare il termine entro Natale che ti incubizza pure di notte perchè le poste in quel periodo procedono sistematicamente in retromarcia, i corrieri hanno gli occhi fuori dalle orbite a forza di smerciare pacchi e, se ha la (s)fortuna di spedire dove c'è quella bella invenzione della dogana, sai che per quanto tu possa spedire in tempo c'è l'orripilante 50 % dei casi (mi son tenuta bassa, lo so) che arrivi sì entro Natale ma dell'anno seguente. Gennaio, invece, è la patria del Riprendifiato. I primi giorni almeno. Fino al 3 in sostanza. Poi la sottoscritta va di inventario.
Per l'appunto... 
Ok, sono un paradosso, lo ammetto prima di scrivere quello che sto per dire: amo l'ordine ma per carità non fatemi riordinare che non lo sopporto. Sono una di quelle che se va a casa di amici rimette a posto la sedia su cui stava (e anche quella accanto che era leggermente spostata, secondo la mia vista con il righello incorporato) o liscia il centrino (sono antica, per chi non lo sapesse) se è un po' ammassato però se penso che devo sistemare il laboratorio sto sull'orlo di due crisi di nervi. Comunque sia, lo sto facendo, come terapia (balle!) e stimolazione indotta di nuove idee (vero), e pare che funzioni. Sono alla prima maxi-scatola Ikea, quelle giganti, trasparenti, che fanno effetto ordine solo a guardarla ed è già piena nonostante abbia appena cominciato. Prevedo di doverne prendere almeno altre tre (?) ma mi spaventa l'ipotesi che non siano sufficienti. A parte questo, qualcosa nella testolona che ho si sta smuovendo o, per restare in tema, si sta riorganizzando nel caos creativo che mi ronza dentro. Devo solo isolare l'immagine di me con il carrello dell'Ikea stracolmo di scatole trasparenti dalle idee sulla nuova collezione bijoux, che voglio affrontare per prima rispetto al resto.
Spero di non avere gli incubi da casalinga maniaca dell'ordine stanotte...