domenica 24 gennaio 2016

Creatività è anche tacere

Mi capita spessissimo di paragonarmi ad una goccia che fora la roccia nel senso che, quando mi avvolge un'idea diventa un turbine, mi ci infilo dentro con tutto quanto e vado allo sfinimento finchè non c'è più nulla da sfruttare, in quel momento. Poi, col tempo, tornano nuove energie, nuove scoperte, si rispalanca un mondo da cui succhiare, nutrirsi.
Ecco, diciamo serenamente che negli arcinoti "due mesi di riorganizzazione mentale", mi sono tuffata nel disegno puro e semplice di forme innovative: non sto inventando l'orecchino che sta al lobo senza appoggi o ipotizzando metodi alternativi del taglio delle pietre. Sto "solo" disegnando come una furia qualsiasi cosa la mente mi consigli. Punto il foglio, prendo in mano la matita e per dove va la scia della grafite lo sa solo il mio inconscio. Io, come essere razionale, non ci sono in quei momenti ed è al limite del catartico talvolta. Sì, la produzione nuda e cruda ha rallentato, al momento sto lavorando solo su commissione, ma la creazione, nel concetto più essenziale del termine, ha preso una seria impennata. Per cui se le parole un po' mi mancano, se a volte sembro lontana o pare che sia sparita vi dico no, sono qui, esattamente dove sono sempre stata. C'è solo quella cara e amata semioscurità che mi scherma dal sole pieno che brucerebbe l'immaginazione che sto buttando fuori...

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